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venerdì 1 Novembre 2024

venerdì 1 Novembre 2024

Coinres, Tech, Ato, Aro… che confusione !

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13 minuti

parlatore salvatoredi Salvatore Parlatore
Sulla scorta delle recenti vicende sento il dovere di fare un po’ di chiarezza su quanto sta avvenendo in merito alla vicenda Coinres e all’affidamento alla Ditta Tech.Servizi SRL
Premetto che questa non vuole essere un attacco a questa Amministrazione e che non vuole entrare nel merito del giudizio delle intenzioni; vorrei attenermi a dare un analisi tecnica, e nei limiti delle mie competenze, giuridica.
Il Comune di Bagheria è legato al Coinres tramite due tipi di rapporto: il primo come socio del Consorzio, il secondo come “utente”.
In parole povere, il Comune di Bagheria, assieme agli altri Comuni facenti parte del Coinres, hanno costituito questa nuova entità chiamata Coinres.
I Comuni hanno stipulato dei contratti col Coinres, il quale eroga ad ognuno di loro il servizio di raccolta, trasporto, ecc.
Per uscire dal Coinres, bastava dire “Grazie Coinres, non mi servono più i tuoi servizi, ora me la sbrigo in altro modo.”
Il percorso normativo previsto dalla L.R. 9/2013 prevedeva che gli ATO avrebbero progressivamente perso i loro “clienti”, cioè i Comuni, e quindi sarebbero morti di asfissia transitando nelle SRR.
Uscire di botto, nella modalità seguita dal Comune di Bagheria, significa invece interrompere il ruolo di socio.
Questo non è consentito dalle regole basilari del Diritto Societario.
Una volta costituita una società un socio non può uscire a suo piacimento, altrimenti lederebbe i diritti degli altri soci.
Il Diritto Societario non è stato “inventato” per mettere i bastoni tra le ruote al M5S.
Non c’era alcun bisogno di uscire (illegittimamente) dal Coinres, Gli ATO sono stati dichiarati falliti e sono stati messi in liquidazione; significa che sono comunque enti destinati a morire…
Perchè il Coinres continuava ad essere una macchina mangia soldi?
Perchè il comune non ha intrapreso il percorso corretto per tirarsene fuori, cosa che invece stanno facendo quasi tutti i comuni della Sicilia.
Non c’è bisogno di fare foto con gli striscioni…bastava attuare il piano ARO.
Come ebbi modo di dire più volte sia in precedenti articoli, e prima ancora al Sindaco in persona, il percorso “legale” che permette ai comuni siciliani di uscire dagli ATO (e quindi Bagheria dal Coinres) è stato segnato dalla L. R. 9/2013.
L’Amministrazione Lo Meo, evidentemente è stata ben consigliata, ed ebbe il merito di aver aperto la strada con la redazione del piano ARO, approvato a tempo record dal Dipartimento Regionale.
Lo ripeto ancora una volta tale piano ARO presentava diverse carenze.
Faccio alcune riflessioni in merito al meccanismo degli appalti pubblici:
preliminarmente all’espletamento di una gara d’appalto occorre che l’Ente appaltante abbia redatto un “Progetto Esecutivo”. In tale progetto vengono spiegate ed elencate tutte le lavorazioni previste per una determinata opera.
Una volta snocciolate in dettaglio le lavorazioni fondamentali che compongono l’intera opera si elencano i quantitativi di ogni lavorazione e si moltiplica per il costo unitario di ognuna di esse.
Questo elaborato viene chiamato “Computo metrico estimativo”
Si fa presente che periodicamente la Regione Sicilia Pubblica un Prezzario Regionale per le Opere Pubbliche, all’interno del quale vengono elencate le lavorazioni più frequentemente utilizzate per i lavori pubblici, e per ogni lavorazione viene imposto un prezzo stimato dall’Osservatorio dei Lavori Pubblici.
Nel caso una lavorazione particolare non fosse presente nel Prezzario Regionale si può procedere con la redazione di un ”Analisi del prezzo”, nella quale si tiene conto del costo unitario della manodopera fornito dall’ANCE della provincia dove si svolge il lavoro, del costo unitario di un macchinario, del tempo necessario, del livello della manodopera, ecc.
Questi nuovi prezzi devono poi essere accettati contrattualmente dall’impresa che si aggiudica l’appalto.
In questo modo i prezzi stimati per ogni lavorazione sono inoppugnabili.
In tal modo si hanno dei documenti che esplicitano in modo chiaro ed inequivocabile:

  • le lavorazioni in dettaglio che compongono un’opera pubblica;
  • il costo in dettaglio di ogni singola lavorazione, suddiviso in manodopera, nolo di mezzi, trasporti, fornitura di materiali a piè d’opera, ecc.
  • il costo totale dell’opera.

Sulla scorta di un “Computo metrico Estimativo” correttamente redatto, si deve stilare un “Capitolato Speciale d’Appalto” corredato di un “Disciplinare”, che regola i diritti e i doveri dell’Impresa che vince la gara d’appalto con l’Ente appaltante e viceversa.
E’ abbastanza evidente che la redazione di tali elaborati non è una prepotenza imposta dalla Regione o dalla Nazione verso un Comune che ha un colore politico “sgradito al sistema”.
La corretta redazione di questi elaborati permette di dare delle garanzie sia all’Ente che Appalta che all’Impresa che esegue i lavori.
A questo punto un Ente può pubblicare una gara d’appalto con i relativi elaborati e con l’analisi dei costi fatta con strumenti inoppugnabili, quali un Prezzario Regionale o l’ANCE provinciale.
Pubblica anche il Capitolato d’Appalto che l’impresa aggiudicataria si deve impegnare a rispettare.
Successivamente tocca alle imprese, nel principio del libero mercato, valutare se riescono a proporre un costo minore di quello stimato dall’Ente per la realizzazione dell’opera.
Ogni impresa fa la sua offerta con un ribasso d’asta.
Alla fine l’Ente valuta pubblicamente quale è l’offerta più vantaggiosa in termini di servizi offerti e di costi richiesti.
L’impresa che fa l’offerta migliore si aggiudica l’Appalto.
Veniamo al caso del piano ARO a Bagheria:
Il piano ARO è sprovvisto di tutti gli elaborati del progetto esecutivo di cui sopra perché nella fase di autorizzazione del Piano ARO non è obbligatorio produrli.
Il Progetto Esecutivo sarebbe stato redatto in un secondo tempo, preliminarmente alla gara d’Appalto.
Pertanto il piano ARO contiene dei costi stimati con un sistema che in gergo si chiama “nasometro” cioè a sentimento, senza alcuna analisi dei costi che si appoggi a dei valori certificati da un organo ufficiale, quale può essere un Prezzario Regionale.
Lo dissi dall’inizio; il Piano ARO di Bagheria aveva bisogno di essere corretto ed affinato.
Visionando la Ordinanza Sindacale n.22 del 08-04-2015 si osservano alcun cose:

  • Il Sindaco ha stabilito che il costo del servizio dovesse essere di € 500.000,00 mensili senza appoggiarsi ad alcun dato certificato quale un Prezzario Regionale;
  • Non è presente un Computo metrico, o un qualsiasi elaborato tecnico che descriva le lavorazioni che l’impresa deve eseguire;
  • Non è presente un Capitolato, per cui non si conoscono quali sono i diritti e i doveri del Comune e dell’Impresa; (es. dove sta scritto se l’impresa deve pulire o meno la strada, il marciapiede o se deve lavare i cassonetti? E se non raccoglie per uno o due giorni a che penali va incontro? Ecc.)
  • L’impresa non ha presentato alcun ribasso d’asta; il costo è stato deciso ed accettato senza discutere. Sempre ragionando col “nasometro” ho l’impressione che a l’impresa non sia andata affatto male, mentre il per Comune di Bagheria ritengo non sia stato un affare vantaggioso.

L’appalto è stato dato tramite la procedura di “affidamento diretto”, senza alcuna gara e senza alcun ribasso.
Questo tipo di procedura è ammesso dalla Normativa nel caso di piccole opere con piccolo importo, in cui non è giustificata una procedura complessa quale una gara d’appalto.
La Circolare 30 Ottobre 2012 n. 4536 emessa dal Ministero delle Infrastrutture, ad esplicitare il DPR 207/2010, regolamento attuativo del Codice degli Appalti (D .Lgs. 163/2006) fissa a € 40.000,00 la soglia massima per cui può essere appaltata un’opera con affidamento diretto.
Da € 40.000,00 a € 3.000.000,00 si sborda “appena” del 7.400% !!
In merito alla “emergenza” andrebbero fatte delle riflessioni:
Le “emergenze”, sopratutto la “Emergenza Rifiuti” hanno permesso, alcuni anni fa, in molte situazioni a gli Enti Pubblici di andare in deroga ad un numero imprecisato di norme.
In tal modo si è fatto quel che si voleva, tanto eravamo in “emergenza”.
Oggi le sentenze e le circolari tendono a chiarire dubbi a riguardo:
Le emergenze sono relative a cause “impreviste ed imprevedibili”, quale un’alluvione o un terremoto. E comunque le misure adottate in “emergenza” devono servire soltanto a risolvere le urgenze immediate.
Per i lavori ordinari devono essere rispettate le norme.
Nel caso di Bagheria la Regione si pone la domanda: ”Cosa è accaduto di imprevisto ed imprevedibile che ha causato una condizione di emergenza?”
Risposta nulla.
Inoltre “Ci vogliono sei mesi per risolvere una emergenza?” Risposta: no, in sei mesi si entra in regime ordinario, pertanto vanno rispettate le norme. Soprattutto il Codice degli Appalti.
Pertanto non vi erano le condizioni previste dall’Art. 191 del D Lgs 152/2006.
Inoltre un affidamento diretto per un appalto da € 3.000.000,00 va fuori da ogni regola.
Per concludere:
L’affidamento dell’incarico di raccolta e trasporto di rifiuti di cui all’Ordinanza Sindacale n. 22 del 08-04-2015 è palesemente illegittima.
Non permette di rispettare i principi della libera concorrenza ed è svantaggioso per il Comune di Bagheria.
Inoltre è esageratamente al di sopra dei limiti ammessi dalla normativa per questo tipo di operazioni.
Infine evidentemente non si sono verificate le condizioni per definire uno stato di emergenza (Art. 191 del D.Lgs. 152/06).
In queste condizioni è intuibile lo scenario che si potrebbe delineare nel futuro prossimo.
Il TAR o prima ancora il Commissario riconoscerà SICURAMENTE illegittimo l’affidamento e ne decreterà l’annullamento.
A quel punto Bagheria sarà costretta a richiedere nuovamente l’aiuto del Coinres per raccogliere i rifiuti, che ritornerà alla carica con richieste economiche esasperanti.
Inoltre la Tech S.R.L. chiederà risarcimento danni al Comune di Bagheria il quale sarà condannato a pagare, visto che al momento è sprovvisto persino dell’Ufficio Legale.
Il Sindaco sarà probabilmente chiamato a rispondere di danno erariale…
Nel frattempo mi auguro che il Commissario Regionale “accompagni” Bagheria verso una gara d’appalto europea per la gestione della raccolta e del trasporto.
Questa sarebbe la corretta conclusione della travagliata ed intricata vicenda Coinres a Bagheria.
Magari l’appalto verrebbe aggiudicato proprio dalla Tech Servizi S.R.L. che in questo momento va alla grande in tutta la Sicilia.
In questo modo si avrebbe Bagheria pulita, con un appalto a norma di legge e dei costi molto minori di quelli attuali, che comprendono al mese € 500.000,00 + IVA, + Coinres, + conferimento in discarica.
Attendo speranzoso l’arrivo del Commissario.
In merito all’operato della Amministrazione ritengo che sia superfluo esprimermi in giudizi.
 

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