Il 3 aprile del 2011 subì un grave attentato con 5 macchine andate a fuoco a Casteldaccia. Si è trasferito ad Altavilla Milicia, ma giovedì scorso, ha ricevuto un’altra visita sgradita, di chi ha chiesto, ancora una volta, il pizzo.
Lui non si è piegato, non ha pagato ma ha anzi denunciato e reso pubblico tutto ciò che è accaduto.
Parliamo di Gianluca Calì, 39 anni, imprenditore, titolare di una concessionaria di automobili ad Altavilla Milicia.
A seguito dell’attentato del 2011 fu costretto a licenziare 12 persone e anche il fatturato crollò.
Calì nei giorni scorsi ha anche fatto affiggere, all’esterno della sua concessionaria, un enorme cartello nel quale chiede aiuto scrivendo “aiutateci a non morire. Se vedete persone sospette avvisate carabinieri 112 e polizia 113. Nel caso si verifichi un incendio, chiamate i vigili del fuoco 115″.
Gianluca Calì fa parte della schiera di giovani imprenditori che hanno deciso di non sottostare alla mafia e decidendo di ribellarsi, denunciando quanto accaduto.
“La cosa che mi dispiace -dice- è che quando si verificò l’attentato del 2011, molti guardavano le macchine bruciare senza fare nulla. La cosa che mi ha colpito è la psicosi che si è creata subito dopo quell’episodio. Prima vendevamo 25/30 vetture al giorno, dopo l’incendio, sono passati 30 giorni prima che ne vendessimo una. Abbiamo avuto un crollo dell’88%, e costretti a licenziare 12 persone. Ci siamo trasferiti ad Altavilla Milicia ma le cose non sono cambiate”.
Moltissimi sono gli attestati di stima che stanno arrivando all’imprenditore.
Tutti chiedono di non abbandonarlo e non lasciarlo solo, nella difficile battaglia per la legalità. Gianluca Calì chiede solo di vivere e lavorare in piena libertà.
nelle foto l’incendio del 2011, al centro Gianluca Calì e sotto il cartello esposto nei giorni scorsi