Ci sarebbe un altro pentito a Bagheria. Se la notizia fosse confermata, sarebbero ben 5 negli ultimi mesi.
La notizia è stata resa nota da Riccardo Lo Verso con un articolo sul sito LiveSicilia. Secondo Lo Verso, che non rende noto il nome, l’uomo avrebbe deciso di parlare da una settimana.
“I carabinieri vigilano sui suoi familiari -si legge nell’articolo-. Anche se non ci sarebbero ragioni di sicurezza, al momento è opportuno non rivelare il nome del neo collaboratore che si aggiunge a quelli, in ordine cronologico, di Giuseppe Carbone, Sergio Flamia, Enzo Gennaro e Benito Morsicato.”
Il nuovo pentito sarebbe stato arrestato nel blitz di inizio giugno denominato Reset e durante il quale vennero arrestate 31 persone vicine alla cosca bagherese che negli ultimi anni ha subito durissimi colpi.
“Nel 2005 -scrive Lo Verso-l’inchiesta “Grande mandamento” aprì uno squarcio sul clan che aveva protetto la latitanza di Bernardo Provenzano. Nel maggio 2013 – operazione Argo – i carabinieri fotografarono la nuova mappa del potere di una cosca che aveva saputo riorganizzarsi. Un anno dopo, appena un mese e mezzo fa, è stato completato il lavoro iniziato. Complessivamente gli arresti sono più di cinquanta.
Un anno di indagini segnato dai pentimenti, più o meno eccellenti.Carbone ha fatto ritrovare i corpi dei Juan Ramon Fernandez e Fernando Pimentel, due narcos al soldo dei cartelli canadesi della droga, crivellati di colpi e bruciati nelle campagne di Casteldaccia. Flamia ha alzato il tiro. Sta raccontando trent’anni di storia della mafia, compresi i segreti di decine di omicidi. Gennaro e Morsicato conoscono soprattutto le logiche e le dinamiche del pizzo. È lo stesso terreno su cui si è messo il neo pentito.
In una Bagheria “blindata” arresti e pentimenti hanno dato la scossa ai commercianti. Una quindicina si sono presentati spontaneamente negli ultimi giorni in caserma per denunciare anni di angherie. Altri venti erano stati costretti, vista l’evidenza delle prove, ad ammettere di avere pagato la messa a posto. Ora c’è chi si dice certo che il nuovo pentimento alimenterà l’effetto domino. La notizia ormai circola a Bagheria e nelle frazioni vicine che fra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta furono soprannominate il “Triangolo della morte”. Fu la cronaca a imporre la macabra definizione. Fra Bagheria, Casteldaccia e Altavilla Milicia i morti ammazzati si contavano a decine.”