Bagheria è la prima città siciliana (dopo Giarre) che ricorda ufficialmente i due omosessuali morti il 31 ottobre 1980 a Giarre, Giorgio Agatino Giammona, 25 anni, e Antonio Galatola, detto Tony, 15 anni.
Da oggi campeggia una targa che è stata inaugurata a piazzetta Verdone, alla presenza del sindaco Filippo Tripoli e Giuseppe Di Salvo, storico omosessuale bagherese che per anni si è battuto per arrivare alla verità.
I due ragazzi erano noti in maniera sprezzante “i ziti” (i fidanzati) perché dichiaratamente omosessuali. Entrambi vennero uccisi da un colpo di pistola alla testa. Un duplice delitto mai chiarito.
Alla scopertura della targa, sono intervenuti Ivan Scalfarotto, senatore della repubblica ed attivista e Francesco Lepore giornalista de Linkiesta.it ed autore di “Il delitto di Giarre. 1980: un «caso insoluto» e le battaglie del movimento LGBT+ in Italia”.
Presente anche il consigliere comunale Antonella Insinga che ha voluto l’intitolazione della targa.
“Oggi mettiamo un tassello importante dal punto di vista storico -ha sottolineato il sindaco Filippo Tripoli- siamo contenti di ciò.”
Visibilmente emozionato Giuseppe Di Salvo, fondatore del Fuori di Palermo, primo gruppo ad occuparsi della morte dei due giovani omosessuali di Giarre.“La storia si evolve -ha esordito- prima a queste manifestazioni partecipavano solo 13 persone. Adesso per fortuna siamo molti più numerosi. Questa manifestazione è civile ma soprattutto politica.”
All’iniziativa c’erano anche l’ex onorevole Vittoria Casa e i rappresentanti di “Sud chiama Nord”, forza politica di Cateno De Luca.
