Villa Aragona Cutò riapre alla città.
E’ quanto emerso dall’assemblea organizzata dal Comune di Bagheria, in collaborazione con l’associazione Bocs, finalizzata ad una progressiva e sempre maggiore riapertura della settecentesca villa, sede della biblioteca comunale, oltre i consueti orari.
“La cittadinanza si riprende gli spazi ma si impegna anche a prendersene cura”, questo l’invito di Antonio Tox di Bocs APS. Quello di ieri è stato il primo di una serie di incontri, fissati ogni mercoledì a partire dalle 19:00, al quale hanno preso parte cittadini di ogni fascia di età, a sottolineare il forte impulso a riappropriarsi dei propri luoghi della memoria. “Non un coordinamento di associazioni ma il coordinamento di palazzo Cutò – propone Antonio Tox – focalizziamoci su cosa ogni cittadino possa dare, oltre ovviamente a cosa c’è bisogno.” Compito di Bocs, in questa prima fase, sarà quello di coordinare gli incontri, elaborare strategie di cogestione supportando l’operato del Comune di Bagheria: una visione condivisa per riappropriarsi di questo luogo.
Di un primo passo ha parlato anche l’assessore Emanuele Tornatore, intervenuto all’incontro: “Dare il segnale di una prima riapertura significa nuova linfa. Il Comune è disponibile a delle convenzioni per la cogestione degli spazi, potenziando il personale nelle ore di apertura già previste e assicurando sempre che gli spazi siano puliti e fruibili. Bisogna individuare un progetto pilota che intanto, per iniziare, assicuri un’apertura nei weekend o in uno dei pomeriggi infrasettimanali.”
Al momento è prevista la riapertura di due sale del piano terra, un tempo utilizzate dal DAMS e ormai dismesse, per poi ampliarsi al piano superiore. L’Associazione Bagnera, rappresentata da Angelo Restivo, presente all’assemblea, ha messo a disposizione le proprie quattro sale.
«È chiaro che vi siano difficoltà gestionali e logistiche – ha ribadito Tox – bisogna provare a “rompere” i meccanismi burocratici e facilitare il percorso che permetta a Villa Cutò di essere un luogo dove i giovani possano socializzare studiando, uno spazio per la cultura, per l’aggregazione».