Il movimento 5 stelle di Casteldaccia, interviene sull’allarmante escalation della microcriminalità in paese.
“Che Casteldaccia torni ad essere teatro di crimini di diversa entità e con una frequenza da paura, non può che obbligarci a riflettere quanto grande è lo scadimento della realtà sociale in cui ciò avviene. Tutto questo è figlio di non meno di un paio di elementi.
Da un lato la totale perdita di valori che i genitori di almeno 2 generazioni non siamo più stati in grado di trasmettere ai nostri figli. Dall’altro, ovvero di coloro che questi reati commettono, la supponenza di chi ha la quasi certezza di non dover rispondere del proprio operato. A quest’ultima “verità” contribuiamo attraverso il nostro girare lo sguardo altrove, ogni qualvolta l’accaduto riguarda il nostro prossimo. Uno slancio per superare questa condizione può e deve avvenire attraverso la partecipazione e l’interazione fra i cittadini con l’amministrazione locale, la scuola, le imprese, le organizzazioni sindacali e religiose, le associazioni, gli organi di pubblica sicurezza. Costruire una vera e propria ’’Rete civica’’ intendendo con essa un sistema informativo nel quale ciascuna componente parteci in modo attivo, come produttore di informazioni e nel contempo fruitore delle stesse. Tutti i soggetti, nell’interazione con gli altri devono ottenere servizi e promuoverne di altri. Per poter realizzare ciò, occorre innanzitutto che i cittadini si possano confrontare con gli amministratori pubblici e con essi partecipare ai processi decisionali. È altrettanto necessario che si aprano dibattiti che rispondano ai problemi ed ai quesiti di chi vive il territorio e nei quali siano presenti chi quel territorio amministra e chi lo presidia sotto il profilo della sicurezza. Occorre il sostegno a chi si occupa della educazione e della formazione dei nostri figli/e, quindi rendere centrale il sostegno alle istituzioni scolastiche. L’istituzione di servizi di consulenza, che possano aiutare i singoli come i nuclei familiari a ricercare le proprie fragilità, le proprie vulnerabilità e ad individuare percorsi idonei al loro superamento. Solo quando saremo in grado di attivare processi virtuosi attraverso i quali ciascuno sia messo nella condizione di spendere le proprie competenze, qualunque esse siano, al servizio della intera comunità, potremo guardare alla marginalità sociale, causa del degrado che stiamo vivendo, come un fenomeno dimenticato nel tempo.”
