“Il sindaco di Casteldaccia non si dimette, nella maniera più assoluta.”
A parlare è l’avvocato Nino Zanghì che difende Giovanni Di Giacinto, con il collega Pietro Siragusa, a seguito del provvedimento della Cassazione di Palermo che ha disposto nei giorni scorsi il divieto di soggiorno a Casteldaccia.
L’avvocato Zanghì entra nel merito dell’inchiesta aggiungendo: non è mutato nulla rispetto al provvedimento di revoca delle misure cautelari del marzo scorso. Questo provvedimento à fuori da ogni logica. Sono passati undici mesi e non esistevano i presupposti.”
Il provvedimento di divieto di soggiorno è legato all’inchiesta giudiziaria del 5 dicembre 2019, della Procura di Termini Imerese, quando il sindaco finì agli arresti domiciliari e con lui altri amministratori, il vice sindaco Giuseppe Montesanto e l’assessore Marilena Tomasello, oltre una funzionaria del Comune, Rosalba Buglino e un geometra, Salvatore Merlino. Furono i carabinieri di Bagheria a darne esecuzione.
Tutti gli indagati, a vario titolo, furono accusati di corruzione, abuso d’ufficio e falso materiale ideologico.
Nel marzo dello scorso anno la Procura revocò gli arresti domiciliari per Di Giacinto. Nei giorni scorsi è arrivata la decisione della Cassazione, a seguito della quale il Prefetto Giuseppe Forlani ne ha disposto la sospensione dall’incarico di sindaco.
Da alcuni giorni a chiedere a gran voce le dimissioni del primo cittadino sono alcuni gruppi di opposizione e anche il deputato nazionale Davide Aiello, del movimento 5 stelle.