La tragedia di Casteldaccia con la morte di 9 persone si poteva evitare.
È quanto emerge dalla tesi della perizia in relazione all’esondazione del fiume Milicia che il 3 novembre 2018 provocò la morte dei componenti di due nuclei familiari. Ieri si è tenuto l’incidente probatorio al tribunale di Termini Imerese davanti al gip Stefania Galli.
Il collegio peritale era composto dall’ingegnere Calogero Vallone, dal geologo Laura Rita Anna Ercoli e dalla professoressa Marcella Cannarozzo, su incarico del procuratore Ambrogio Cartosio e dal sostituto procuratore Carmela Romano.
La perizia doveva ricostruire le cause che hanno determinato il disastro.
Nel registro degli indagati sono finiti i proprietari della villa, Antonino Pace e Concetta Scurri. Successivamente sono stati anche inseriti i due sindaci Giovanni Di Giacinto e Fabio Spatafora, la responsabile della protezione civile Maria De Nembo e i tecnici Rosalba Buglino, Aldino Tornese e Michele Cara Pitarresi.
I reati sono disastro colposo e omicidio.
Secondo il tribunale i proprietari avevano dato in comodato d’uso la villa senza riferire che pendeva sull’immobile un’ordinanza di demolizione edilizia, datata 15 luglio 2008.
Nel 2010 i coniugi vennero condannati a demolire l’immobile e al pagamento di una multa di 23.500 euro.
Ma la villa non è stata mai demolita e nel novembre del 2018 persero la vita 9 persone innocenti.