Da alcune esternazioni sui periodici d’informazione del Sindaco di Casteldaccia apprendiamo che la futura amministrazione comunale non potrà avvalersi dell’appoggio del gruppo “Per Casteldaccia” infatti in seguito ad una decisione unilaterale, (che a tutt’oggi non ci è stata ancora comunicata ufficialmente), il partito che aveva determinato la candidatura e la vittoria dell’ing. Fabio Spatafora, viene escluso dal governo della nostra cittadina. I nodi attraverso cui si è sviluppata questa crisi sono principalmente due le mie dimissioni annunziate in pieno consiglio comunale,e la successiva riformulazione della giunta Comunale che escludeva come detto il mio gruppo politico dalla maggioranza.
Le mie dimissioni:
Avevo per tempo chiesto al gruppo consiliare il pieno sostegno a quella che e’ l’insieme della politica tributaria del nostro comune , avvertendo che in particolare per la TARI i tempi erano particolarmente ridotti ed ulteriori ritardi avrebbero avuto ricadute negative sui contribuenti. Formalmente mi era stato assicurato pieno appoggio , salvo rimanere completamente isolato alla prima difficoltà . Quando l’opposizione nel consiglio del 29 luglio evidenzio’ elementi di irregolarità nella delibera relativa ai servizi indivisibili (la delibera era arrivata in consiglio palesemente incompleta) la mia proposta d’inversione dell’ordine del giorno poteva sbloccare la situazione , permettendo al consiglio di continuare i propri lavori e deliberare sul regolamento TARI e sul piano tariffario ; questi adempimenti erano la condizione essenziale per inviare gli avvisi di pagamento ai cittadini .Visto l’importante carico tributario avevo previsto 4 rate rispetto alle tre dell’anno passato, per poter meglio diluire l’impegno finanziario dei cittadini. Per far ciò era necessario votare la manovra prima del 31 luglio. Persino l’opposizione aveva accettato la mia proposta ,al contrario inopinatamente e senza un motivo valido non solo la maggioranza votava contro ma addirittura il consiglio comunale veniva sospeso e rinviato al 31 luglio. Il risultato e’ sotto gli occhi di tutti ,gli avvisi di pagamento della prima rata TARI portano la data del 31 luglio ,la stessa dell’approvazione del piano Tariffario con qualche fondato sospetto di illegittimità .Non ho potuto fare a meno di rilevare che l’ assessore al bilancio rimaneva del tutto isolato ,anche perché ne il Sindaco ne gli altri assessori ritenevano di dover intervenire sulla questione. Ne ho preso atto e ne ho tratto le doverose conseguenze , in fondo nonostante abbia più volte chiesto di riunirci per parlare di IMU, TARI e TASI, ne la giunta ne il gruppo di maggioranza ha mai ritenuto di affrontare la questione, anche se i relativi regolamenti erano pronti dal marzo scorso; evidentemente una manovra di quasi 5 milioni di euro non interessava i giovani leoni del rinnovamento.
Ho preparato i tre regolamenti, con la scelta delle relative aliquote in piena solitudine come se la politica tributaria del comune fosse un fatto personale dell’assessore al bilancio e non una problematica di grande rilevanza pubblica. Molto più appassionante il dibattito su chi doveva essere il prossimo assessore e al posto di chi, che come tutti sappiamo e’ all’ordine del giorno dall’indomani dell’insediamento della giunta. (Per inciso, la formazione della nuova giunta non ha fermato il gioco al massacro e già circolano i nomi degli assessori da dimissionare). Ma quanto accaduto in consiglio non e’ che uno tra i tanti episodi che hanno contribuito ad alimentare un disagio sempre piu’ evidente e sempre meno eludibile. Non faro’ in questa sede nessuna critica che non abbia già evidenziato in questo travagliato anno dell’ amministrazione Spatafora. Una distribuzione delle aree assolutamente incongrua ha praticamente bloccato la vita amministrativa del nostro comune. Per carita’ di patria evito di intervenire sul problema dell’ufficio tecnico dove la pur valorosa Architetto De Nembo, non puo’ con efficienza ricoprire le gravose responsabilita’ attribuitegli. In questo modo le grandi questioni che l’amministrazione doveva affrontare rimangono tutte irrisolte;ho presentato un piano anti evasione e anti morosità e ancora aspetto che i capi area compiano i relativi adempimenti,il trasferimento degli uffici alla torre è di là da venire visto che i nostri stessi uffici non sono in grado di rilasciare l’agibilità ,ed intanto continuiamo a pagare affitti che avremmo potuto risparmiare;non si parla più di piano regolatore (l’attuale versione risale al 1996 quando assessore all’urbanistica era un certo Fabio Spatafora), la proposta della costituzione del museo del costume che rappresenta una importante possibilita’ di sviluppo per Casteldaccia e’ ferma sul tavolo della segretaria da oltre un mese; nonostante i debiti del comune , oltre un milione e mezzo di euro del DL 35 e’ ancora nelle casse dell’amministrazione con seri rischi di perdere questa importante liquidita’, e cosi’ via . Di queste cose abbiamo parlato molte volte e agli atti rimangono numerose raccomandazioni e solleciti scritti da me inviati. Ma più il tempo passava più la mancanza di un cambio di direzione pesava come un macigno sulla vita del comune.
La cosa ,però che più mi ha colpito e’ la totale mancanza di uno spirito di squadra nella compagine amministrativa . In un anno la giunta si e’ riunita al completo non più di un paio di volte,e quasi sempre la mano destra non sapeva cosa facesse la mano sinistra. A questo punto non mi rimaneva altro da fare che togliere il disturbo.
Il Ribaltone:
E’ qui che qualcosa di veramente inaudito si verifica nella vita politica di Casteldaccia,provocando una ferita difficilmente rimarginabile nel tessuto politico locale.
Le mie dimissioni diventano il pretesto per cacciare dalla maggioranza un’ intero gruppo politico,che oltre ad aver determinato la candidatura del sindaco aveva contribuita in maniera chiarissima alla sua elezione. E’ la prima volta da 20 anni a questa parte che la volontà elettorale, liberamente espressa , viene volutamente ignorata con atto di incredibile arroganza .Prima ancora che tra i gruppi politici la frattura che si viene a creare riguarda il rapporto tra classe politica e cittadini .Da oggi in poi la “Parola di Sindaco” che fino ad ieri rappresentava assoluta garanzia, viene degradata ad atto insulso di dubbio valore. Nulla sarà più come prima. Vale la pena ricordare che le liste “Il Bene in Comune” e “Per Casteldaccia “ alla vigilia dell’ elezioni del giugno 2013 avevano chiesto l’apparentamento con la Candidatura dell’ing. Fabio Spatafora e questi con apposito atto accettava tale apparentamento promettendo cosi di governare il paese con l’appoggio di queste formazioni politiche. La lista Per Casteldaccia ha sostenuto con lealtà la candidatura a Sindaco,ottenendo anche un lusinghiero successo risultando la seconda lista più votata e conquistando 6 seggi in consiglio comunale. Successivamente i consiglieri eletti nella lista Per Casteldaccia hanno sostenuto efficacemente l’amministrazione Comunale votando tutti i provvedimenti presentati dalla Giunta.
L’ esclusione del gruppo “Per Casteldaccia” non ha nessuna motivazione politica ,o almeno nessuna motivazione confessabile e rappresenta un fatto che avrà gravi ripercussione nei futuri rapporti tra le forze politiche. Nonostante il diluvio di dichiarazioni ed interviste nessuna spiegazione credibile viene fornita, ed il richiamo alla vicenda dei revisori dei conti con il coinvolgimento di ignari professionisti mostra la cifra morale dei soggetti in campo. Ad oggi non ci e’ dato sapere se il Sindaco ha una maggioranza o meno nel consiglio comunale,ma anche se riuscisse con uno spregiudicato mercato delle vacche a raccattare una qualsivoglia maggioranza, questa non sarebbe quella scelta dall’elettorato e per tale motivo verra’ considerata un intollerabile abuso.
Concludo questa nota chiedendo scusa in nome del gruppo “Per Casteldaccia” per aver chiesto ai nostri concittadini il voto in favore di Fabio Spatafora e promettendo un’opposizione senza sconti,nella consapevolezza che nulla di buono puo’ venire dal tradimento del patto elettorale.