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venerdì 26 Aprile 2024

venerdì 26 Aprile 2024

Confiscati definitivamente beni per 100 milioni di euro a uomo vicino alla mafia di Trabia

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guardia di finanza confisca mafia trabia
4 minuti

Beni per 100 milioni di euro sono stati confiscati definitivamente a Gaspare Finocchio, 89 anni, ritenuto vicino alla cosca mafiosa di Trabia.
Finocchio era stato condannato a 7 anni e 3 mesi di reclusione nel 2007.
Il provvedimento è stato predisposto dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della locale Procura della Repubblica – DDA. A renderlo operativo è stata la Guardia di Finanza.
La confisca riguarda: 6 imprese, 377 immobili (tra terreni, ville, abitazioni, box, magazzini e terreni edificabili e non), tra i quali spiccano i complessi realizzati nel quartiere Brancaccio di Palermo e i villini di “Torre Roccella” a Campofelice di Roccella e 17 rapporti finanziari.
Dalle indagini svolte sono emersi convergenti elementi circa la sua partecipazione a Cosa Nostra, in particolare con riferimento al suo ruolo di imprenditore legato alla famiglia mafiosa di Trabia, in favore della quale avrebbe, secondo l’inchiesta a suo carico, e dichiarazioni di collaboratori di giustizia, subordinato la sua attività di costruttore, facendosi volutamente artefice di operazioni di reinvestimento dei proventi dell’attività illecita di tale compagine criminale.

Anche il pentito Antonino Giuffrè aveva detto in passato: “La costa da Buonfornello a Campofelice è stata terra di conquista e di scempio” per la mafia che in quegli anni investiva nella provincia e proprio in tale ottica Gaspare Finocchio aveva accettato l’intestazione fittizia di alcuni dei beni della famiglia Rinella.

Altri collaboratori di giustizia, tra cui Salvatore Contorno, Tullio Cannella, Giovanni Brusca e Giovanni Drago, hanno poi nel tempo affermato che il proposto era socio in affari o comunque un imprenditore “vicino” ad altri autorevoli esponenti mafiosi di Cosa nostra palermitana, tra cui i Graviano.

La Procura della Repubblica di Palermo, tenuto conto di tali condotte, ha pertanto delegato accertamenti economico-patrimoniali agli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, che hanno evidenziato una significativa sproporzione, che negli anni 90 ammontava a quasi 6 miliardi di vecchie lire, tra l’ingente valore dei  beni e degli investimenti effettuati nel tempo ed i redditi dichiarati da Gaspare Finocchio e dai soggetti ritenuti suoi prestanome, formali intestatari di parte degli asset proposti per la misura ablativa.

Il Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della locale Procura della Repubblica, emetteva, a partire dal maggio 2004, diversi provvedimenti di sequestro che aggredivano gran parte del patrimonio immobiliare della famiglia Finocchio, nonché diverse società con il relativo complesso dei beni aziendali e disponibilità finanziarie degli stessi.

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