E’ ritenuto il quarto componente del commando che il 13 novembre 2002 uccise Andrea Cottone di Villabate.
I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, al termine di una attività d’indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia (Procuratore Capo Leonardo Agueci, Procuratore Aggiunto Vittorio Teresi e Sostituti Procuratori Francesca Mazzocco e Caterina Malagoli), hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Palermo, Nicola Aiello, nei confronti di Giuseppe Comparetto, 38 anni, nato a Palermo, per l’omicidio, e la successiva soppressione del cadavere, di Andrea Cottone.
Comparetto, è stato arrestato il 5 giugno scorso, nell’ambito dell’operazione “Reset”, poiché ritenuto il reggente della famiglia mafiosa di Ficarazzi.
Il 18 marzo 2014, i Carabinieri del Nucleo Investigativo avevano già tratto in arresto per l’omicidio del Cottone:
– Ignazio Fontana,41 anni, nato a Palermo, già detenuto dal 25 gennaio 2005 quando venne tratto in arresto nell’ambito dell’operazione “Grande Mandamento”;
– Onofrio Morreale, 49 anni, nato a Bagheria, già detenuto dal 25 gennaio 2005 quando venne tratto in arresto nell’ambito dell’operazione “Grande Mandamento”;
– Michele Rubino, 53 anni, nato a Palermo, che era in stato di libertà.
In aggiunta agli elementi indiziari già acquisiti, si sono rivelate decisive le ulteriori indagini svolte a seguito delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia.
Andrea Cottone, in data 6 settembre 1995, era stato arrestato per “associazione di tipo mafioso” in quanto ritenuto capodecina della famiglia mafiosa di Villabate. Nel 1999, dopo la sua scarcerazione, aveva continuato ad essere vicino” ai “Montalto” di Villabate.
Già in quel periodo venne chiesta l’autorizzazione alla sua “eliminazione” ai reggenti di quella consorteria, Biagio Picciurro e Salvatore Pitarresi, (contrapposti ai Montalto) ma, solo dopo il loro arresto, Bernardo Provenzano diede il consenso all’omicidio.
La ricostruzione dei fatti
Il 13 novembre 2002, alle ore 12.30, Cottone venne accompagnato, a bordo della propria autovettura, presso il ristorante-minigolf di Ficarazzi, apparentemente per discutere con Morreale in merito a dei furti verificatisi in quel Comune, alcuni dei quali perpetrati ai danni dello stesso Cottone.
Da quel giorno, però, si persero le sue tracce. Il successivo 27 novembre 2002, a Termini Imerese, venne rinvenuta l’autovettura regolarmente parcheggiata.
Ad attendere il Cottone al minigolf, come ora accertato, c’era, oltre a Onofrio Morreale, Ezio Fontana e Michele Rubino, anche Giuseppe Comparetto.
In quell’occasione il commando avrebbe dovuto eliminare anche la persona che aveva accompagnato il Cottone all’appuntamento, che però si salvò solo perché uno dei killer si era accorto della presenza di un testimone.
Secondo quanto accertato, il Cottone venne strangolato con una cintura e il suo corpo venne “sciolto” in un deposito di marmi di Bagheria; nel pomeriggio dello stesso giorno, vennero gettati nel mare di Aspra anche alcuni monili appartenuti alla vittima.
Il commando, prima di uccidere il Cottone, avrebbe dovuto interrogarlo per sapere se i Montalto avessero intenzioni ostili nei confronti del gruppo contrapposto capeggiato da Nicola Mandalà.