Anche a Bagheria, per fortuna, sono tornati aperti al pubblico, dopo quasi 8 mesi, i locali pubblici fra cui i ristoranti e le pizzerie. Sono loro che forse hanno pagato lo scotto maggiore per la pandemia.
Un prezzo esagerato e altissimo.
La riapertura prevede alcune limitazioni come l’orario di chiusura che è stato fissato per le 23,00 e destinata soltanto in luoghi all’aperto.
Ma per fortuna anche questo settore ha riaperto i battenti.
Abbiamo sentito alcuni ristoratori bagheresi per capire come è andata nel giorno della riapertura e come si stanno preparando per andare avanti.
“E’ andata bene -racconta Tamara Carone che gestisce con il compagno Ezio Fontana il ristorante “Canopia” che sorge a Mongerbino– La gente è venuta e le persone erano contente di venirci a trovare. Speriamo di potere partire a pieno regimo anche con i turisti.”
Sulla chiusura a causa della pandemia dice: “è stata pesante. In molti hanno contratto dei debiti e speriamo possano essere ripianati. Devo aggiungere che molti ristoratori, come noi, non hanno ricevuto nessun aiuto perché non rientravano nei parametri previsti. Possiamo dire alle persone di starci vicini e sostenere la ristorazioni.”
Anche il locale “Vintireci” ha riaperto accogliendo numerosi clienti.
Dice Massimo Mineo: “la riapertura è stato un momento emozionante. Rivedere la sala piena e vedere i sorrisi dei nostri clienti è stato un momento che non vorremmo più perdere. Ieri è stata una rinascita.
Il lungo periodo di chiusura è stato difficile da gestire. La nostra natura si è dovuta ripiegare sull’asporto e il domicilio. La disponibilità della nostra clientela ci ha aiutato.”
Aprirà invece domani il ristornate “I pupi” di Tony Lo Coco.
“Siamo felicissimi della riapertura –dice Lo Coco-. Siamo carichi e pronti a ricevere la clientela. Il telefono sta saltando per le prenotazioni anche per i mesi di Luglio e Agosto. Siamo emozionati. E’ come se facessimo una nuova inaugurazione e la gente è propensa a venirci a trovare.
Siamo stati chiusi per troppo tempo senza una giusta causa. Siamo consapevoli della crisi sanitaria ma si poteva aprire in sicurezza. I ristori sono arrivati ma non vogliamo vivere di assistenzialismo. Speriamo che il peggio è passato.”
