Continuano a venire fuori le dichiarazioni dell’ultimo pentito della famiglia mafiosa bagherese, Pasquale Di Salvo.
In un articolo pubblicato da livesicilia, firmato da Riccardo Lo Verso, Di Salvo parla di un mancato pagamento ai mafiosi palermitani di una partita di droga fece saltare gli equilibri. Carmelo D’Amico, avrebbe perso l’incarico e fu sostituito da Nicola Testa.
Scrive Lo Verso: “Il collaboratore di giustizia non sa da chi fu nominato D’Amico: “… di queste domande dottore non ne potevo fare, chi ti ha fatto o chi non ti ha fatto, perché è lui la persona che comanda, basta, cioè non si può andare a chiedere se non fai parte della commissione e assisti direttamente a determinate persone non ti puoi permettere il lusso di fare questa domanda”. Sa però “che avevano fatto a lui nel 2014 persone di Villabate, però lui non era in grado di gestire Bagheria e si affiancò a Nicola Testa che poi prese il pieno potere direttamente Nicola Testa”. L’avvicendamento è legato a un affare di droga. O meglio, “a seguito della brutta figura del chilo di cocaina che aveva fatto e che non si era presentato ad un appuntamento a Palermo, perché era stato mandato a chiamare a Palermo”.
È il pubblico ministero Gaspare Spedale a chiedere chiarimenti. D’Amico avrebbe preso la droga da Salvatore Drago Ferrante e l’avrebbe consegnata a Gino Tutino. Nella triangolazione riferita dal pentito, però, sarebbe saltato il pagamento: “Drago voleva un appuntamento con D’Amico… dice mi deve dare dei soldi, ma non andavo mai all’idea della cocaina. Un giorno ci ferma e mi fa dice senti, siamo arrivati o mi fissi un appuntamento con D’Amico perché mi deve dare 44.000 euro, ma 44.000 euro di che cosa, perché gli ho consegnato un chilo di cocaina e io sono andato a cercare a D’Amico”.
La cocaina “l’aveva data a Gino Tutino con l’impegno che entro un mese doveva portare i soldi… poi se Gino Tutino l’ha consegnato agli altri non lo so, io so solo che ho assistito e sono andato all’appuntamento perché c’erano le persone per prendere i soldi al bar Sant’Antonino, come infatti il giorno che sono andato a cercarlo ci dissi vedi che domani mattina alle nove c’è l’appuntamento con le persone a cui tu devi dare i soldi… mi fa dice vacci tu all’appuntamento, ci dissi come io ci devo andare, io non so niente e ci devo andare io. Ho preso impegni con queste persone che entro la fine di agosto lui avrebbe saldato il debito, viceversa il pomeriggio mi chiama Testa e mi fa una cazziata dicendomi a te chi cazzo ti ha autorizzato ad andare a discutere questa cosa che erano fatti che a te non ti interessavano, ci dissi a me mi ci ha mandato Carmelo D’Amico e ora siccome mi avete fatto prendere impegni voi prendete i soldi e glieli date alle persone, perché con la mia vita voi non ci giocate e lì sono nati i contrasti fra me e Nicola Testa.”