Dopo quindici giorni di libertà tornano in carcere i due buttafuori bagheresi Gaspare Ribaudo di 23 anni e Emanuel Rughoo Tejo di 38. Erano stati arrestati perchè accusati di tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose ai danni del titolare di una discoteca alla periferia di Palermo. Ma vennero scarcerati perchè non furono riscontrati gravi indizi di colpevolezza. Adesso invece sono di nuovo in cella.
Le vittime dei due pregiudicati sono padre e figlio, titolari di un pub che hanno denunciato di aver subito episodi di violenza a partire dal 2012. Tra l’altro, in due occasioni durante spettacoli musicali i clienti erano stati infastiditi e perfino picchiati, mentre il 29 luglio scorso il figlio del gestore era stato avvicinato in un bar di Bagheria da una decina di individui, uno dei quali gli aveva detto di volte festeggiare una serata di “addio al celibato” nel suo locale. Con quel pretesto, i due indagati avrebbero poi cercato di imporsi come addetti alla sicurezza.
Il giudice delle indagini preliminari però ne aveva disposto la scarcerazione perchè i due non avrebbero cercato, con le maniere forti, di imporsi come buttafuori. Inoltre un testimone raccontò che non vi fu nessuna spedizione punitiva e che Ribaudo e Rughoo si presentarono da soli all’incontro con una delle vittime e che c’era stata solo una discussione in cui era volato qualche ceffone. Ma niente di più. Ed entrambe gli indagati furono scarcerati.
Adesso invece i pm, raccolti altri elementi, sono convinti che l’ipotesi della violenza privata è veritiera perchè l’aggressione nel bar di Bagheria è stata preceduta da un altro episodio.
A quanto racconta il titolare del pub, nel corso di una una notte, arrivarono al locale due o tre auto dai quali scesero degli individui che cominciarono a picchiare i clienti. Vennero chiamati i carabinieri e i malviventi fuggirono. Solo un’auto venne bloccata e a bordo c’erano Ribaudo e Rughoo che nascondevano due tirapugni e una mazza. Da qui scattò la denuncia e i due ora sono di nuovo in cella. (blogsicilia.it)