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giovedì 28 Marzo 2024

giovedì 28 Marzo 2024

Operazione "last trip 2". Sgominata rete di spacciatori tra Palermo e Agrigento. Tutte le foto

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7 minuti

Oltre 50 Carabinieri del Gruppo di Monreale con l’ausilio di militari delle Compagnie di Sciacca e Licata, sono impegnati tra Palermo, Partinico, Ribera, Ravanusa, Sciacca e Campobello di Licata (AG) nell’esecuzione di nove misure cautelari in carcere emesse dal Dott. Nicola Aiello dell’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Palermo.
L’attività investigativa denominata “LAST TRIP 2” è stata condotta dalla Compagnia di Cefalù e coordinata dalla Procura della Repubblica – D.D.A. – presso il Tribunale di Palermo (Procuratore Aggiunto Dott.ssa Teresa Principato, e dai Sostituti Procuratori Dott. Sergio Barbiera e Dott. Daniele Paci).
I destinatari dei provvedimenti, sono responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze psicotrope nonché spaccio di sostanze stupefacenti.
L’attività investigativa durata quasi 2 anni ha permesso di dimostrare la presenza nelle province di Palermo e di Agrigento di una rete di distribuzione finalizzata al traffico di sostanze illegali che, partendo dalla provincia palermitana, arrivava ad approvvigionare la rete di pusher presente in quella agrigentina.;
Ha stroncato una pericolosa attività di spaccio, volta ad una consistente “fetta di mercato” dell’isola.
La genesi dell’indagine
L’operazione odierna è la naturale prosecuzione della precedente attività LAST TRIP, al termine della quale, il 22 giugno 2010, i Carabinieri avevano tratto in arresto su ordinanza di custodia cautelare, cinque palermitani ritenuti responsabili del medesimo reato associativo.
In quella circostanza era stato accertato che uno degli appartenenti all’organizzazione aveva ceduto della droga, poi risultata letale, a due giovani cefaludesi, deceduti nel dicembre 2008, proprio per gli effetti del mix letale di eroina e cocaina.
Nel prosieguo delle indagini, i Carabinieri avevano scoperto la presenza di una rete di distribuzione di stupefacente che, partiva dalla provincia di Palermo per giungere sino a quella di Agrigento.
I pusher palermitani rifornivano sia gli acquirenti provenienti da svariate zona della Sicilia, giunti nel capoluogo per assumere la loro dose “quotidiana”, sia altri spacciatori provenienti dal territorio agrigentino, che poi la rivendevano al dettaglio.
Le intercettazioni telefoniche hanno confermato i vari incontri ed appuntamenti fra pusher ed assuntori nonché fra pusher “all’ingrosso” e coloro che si occupavano della rivendita al dettaglio.
Come già in precedenti indagini, anche in questo caso è stato riscontrato il tentativo, da parte degli indagati, di eludere eventuali intercettazioni telefoniche, attraverso l’utilizzo di un linguaggio criptico. Così gli incontri per la vendita dello stupefacente diventavano appuntamenti “per un caffè”. Da rilevare la circostanza che gli spacciatori spesso conoscevano bene i loro acquirenti, infatti lo stupefacente non veniva venduto a chiunque, ma solo a persone note o che rientravano in un circuito di conoscenze comuni, creando così un meccanismo fiduciario fra venditore ed acquirente.
Durante l’attività è emerso in particolare:
     che la provincia palermitana si conferma quale centro di approvvigionamento di droga per l’intera Sicilia occidentale, sia per la vendita al dettaglio che per quella di partite più consistenti, da essere successivamente “smerciate” in altri territori;
     l’utilizzo di un linguaggio criptico utilizzato nelle conversazioni dagli indagati e dai loro “clienti”, i quali concordavano di incontrarsi per “un caffè” oppure veniva richiesto di far trovare “il caffè pronto”;
     il ricorso a brevi sms, nei quali l’eroina veniva indicata con “R” e la cocaina con “C” o con la parola “Cocò” o, tramite i quali, veniva indicato il quantitativo di droga richiesta;
      il rapporto instaurato fra i pusher e gli assuntori, come quello normale fra un venditore ed un cliente abituale, rilevabile da frasi riferite al telefono o scritte con sms del tipo “il solito”, “fammi una cosa graziosa”, “metticene qualcosina in più” ed in tale contesto anche i commenti degli assuntori sulla qualità della sostanza: “a confronto di quella dell’altro giorno questa è meglio”, “è leggerina”, “oggi sono rimasto un pò scontento”;
     l’attenzione di pusher e degli acquirenti, riscontrata in alcune conversazioni telefoniche in cui verificava la presenza o meno delle forze dell’ordine in zona.
I gruppi operanti erano i fratelli Filippone nel quartiere Guadagna di Palermo, il Guida su Partinico, il Failla, il Triolo e la Faragone su Ribera mentre il Termini Salvatore unitamente al Melluzza ed alla Jugaru su Campobello di Licata.
Nel corso delle attività investigative sono stati identificati e segnalati all’Ufficio Territoriale dei Governo circa 70 assuntori.
Questa notte durante la perquisizione, i Carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato nell’abitazione di Termini Salvatore 15 dosi di cocaina per un peso di circa 12 grammi e due bilancini di precisione.
La droga oggetto di vendita ed acquisto è risultata per la maggior parte eroina e cocaina.
GLI ARRESTATI:
Filippone Alessandro, 24enne palermitano, disoccupato, in atto detenuto e già tratto in arresto nella precedente operazione LAST TRIP;
 Filippone Gregorio, 34enne palermitano, operaio, in atto detenuto e già tratto in arresto nella precedente operazione LAST TRIP;
 Guida Gioacchino, 35enne, di Partinico, disoccupato;
  Failla Salvatore Giuseppe, 37enne di Ribera, impiegato, in atto detenuto;
 Triolo Rosario, 27enne di Ribera, commerciante ambulante;
Faragone Angela Sina, 24enne di Ribera, piccola imprenditrice;
 Termini Salvatore, 55enne di Campobello di Licata, gestore di un circolo privato;
 Melluzza Giuseppe, 23enne di Ravanusa, manovale;
Jugaru Ioana, 52enne, romena residente a Campobello di Licata, casalinga.
galleria
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