Dolore e lacrime. Tante lacrime. La borgata marinara di Porticello si è fermata per l’ultimo saluto a Cristian Miceli, il giovane tredicenne colpito da un malore, forse un aneurisma, venerdì scorso, nei bagni della scuola Wojtyla di Porticello.
Tutta la comunità marinara è arrivata nella chiesa della madonna del Lume. E chi non ha trovato spazio nella chiesa, ha seguito il rito funebre nella piazza e nella strada. Confuso fra la folla il sindaco di Santa Flavia Giuseppe D’Agostino e altri amministratori. Molti i docenti e i compagni di scuola arrivati per l’ultimo saluto. Tutti si sono stretti attorno a papà Giuseppe, mamma Marianna e al fratello Sandro. All’esterno della chiesa è stata sistemata una foto di Cristian sorridente e la scritta “vola piccolo angelo”.
Appalusi all’arrivo della bara bianca portata a spalla.
E’ stato don Vincenzo Buscemi a celebrare il rito funebre che ha usato parole che sono arrivate dritte al cuore dei presenti. La messa è stata anche trasmessa in diretta Facebook.
“Vorrei dire tante cose -ha esordito il parroco-, ma potrò solo farfugliare. Il mio cuore sta esplodendo. Faccio fatica a credere in quello che è successo. E la fede non è un anestetico contro il dolore.
È sofferenza. Sono pieno di perché e di rabbia. Le tante preghiere e le richieste al Signore che abbiamo fatto per salvare il bambino non hanno dato l’esito sperato. Qualcuno ha persino chiesto un cambio. I genitori sono lacerati dal dolore. Ci siamo chiesti “Cristo unni si?” Io non sono un prete con tutte le risposte. Ma so che Cristo è vicino e Gesù è vicino con silenzio.” Anche padre Vincenzo si commuove. Ricorda Cristian chiamandolo “fratello e amico”. Poi aggiunge che piangere non è una vergogna. “Dio è dentro le nostre lacrime. Ma non lasciamole cadere a terra. Vanno innalzate al cielo e diventano stelle.” Padre Vincenzo racconta del suo rapporto con Cristian: “l’ho conosciuto all’Olivella. Aveva la capacità di approcciarsi a tutti, giovani e anziani. Abbiamo legato subito. Cristian era un piccolo grande uomo.” Cristian dalle parole di don Vincenzo aveva la capacità di legare con tutti. Al corso di cresima che frequentava legava con tutti. Era contento. “Ti sapeva mettere in tasca -ha continuato il parroco- con una “taliata”. Aveva gli occhi belli. Aveva il volto e gli occhi luminosi. Sapeva di essere amato. Mi chiamava “parri”. Caro Cristian prendici per mano e conducici nella luce”.
Ai compagni padre Vincenzo ha detto “credete nella bellezza che c’è dentro di voi.”
A nome dei ragazzi e delle insegnanti ha preso la parola la direttrice della scuola Francesca Puleo: “Siamo addolorati. Cristian era uno studente educatissimo ed era amato da tutti. Allegro e voluto bene. Faceva parte dell’orchestra della scuola.”
E’ stato poi letto un pensiero di un suo caro amico, Paolo: “Caro Cristian sarai sempre nel mio.”
Un parente a nome della famiglia ha ricordato il carattere allegro e scanzonato del ragazzino. Un applauso ha saluto l’uscita della bara bianca. Un centinaio di palloncini si è levato in cielo con una semplice scritta: “Ciao Cristian.”
