Decine di bottiglie di vetro e di plastica, gomme d’auto, sacchetti, pezzi di legno. Il mare ha restituito ancora una volta tanta spazzatura che nel corso degli anni è stata abbandonata.
A Porticello nel mare antistante la spiaggia “Aciddara” ha avuto luogo l’operazione “Spazzamare”, giornata di pulizia dei fondali che si è svolta anche in altre parte d’Italia.
La manifestazione è stata organizzata congiuntamente dal progetto europeo Clean Sea Life e dal corpo delle capitanerie di Porto.
Nuclei di sub della capitaneria di Porto di Porticello, armati di sacchi e palloni di sollevamento, si sono immersi nel fondale al largo della spiaggia “Aciddara” per liberare i fondali dai rifiuti.
All’attività hanno preso parte la Motovedetta CP 524 dell’ufficio circondariale marittimo di Porticello, i mezzi nautici messi a disposizione dalla Blue Shark Diving center di Casteldaccia, gli operatori subacquei della stessa associazione e altri volontari.
A terra invece era presente il personale della Guardia Costiera di Porticello che ha coordinato le operazioni, il personale volontario del WWF della Sicilia Nord Occidentale, una squadra medica volontaria del Corpo Italiano Soccorso Ordine di Malta e mezzi del Comune di Santa Flavia per la
raccolta e successivo smaltimento del materiale recuperato in mare.
I rifiuti recuperati sono stati catalogati, pesati e poi smaltiti grazie alla collaborazione degli enti locali.
Tutte le operazioni sono state effettuate nel rispetto delle vigenti norme emanate in tema di emergenza sanitaria Covid-19.
Per l’intera durata dell’operazione e sino a conclusione dell’attività, nello specchio acqueo antistante della “Aciddara”, è stato vietato navigare, ancorare e sostare con qualunque unità sia da diporto che ad uso professionale, effettuare attività di immersione con qualunque tecnica e svolgere attività di pesca di ogni tipo. La balneazione ha subito delle restrizioni, come previsto dall’ordinanza emanata dall’circomare di Porticello.
L’iniziativa è stata coordinata dalla direzione marittima di Palermo, e rientrava nel più ampio contesto di attività a tutela dell’ambiente marino e costiero.
